Editoriale di Ugo Soragni: “Il rapporto tra città, architettura e cinema è stato oggetto di innumerevoli tentativi di ripercorrerne l’evoluzione storica e approfondirne i nessi e le intersezioni reciproche, sebbene l’estrema varietà dei tagli critici e l’impiego di strumenti di analisi non sempre confrontabili tra loro non abbiano incoraggiato una sintesi delle conclusioni maturate all’interno dei rispettivi ambiti disciplinari.
Da questa congerie interpretativa è derivata una prevalenza di ricerche ascrivibili agli ambiti antropologico e sociologico, orientate in massima parte – a partire dagli anni Settanta del secolo scorso – verso la decodificazione dei linguaggi impiegati dalla cinematografia per descrivere gli agglomerati e i paesaggi urbani, gli spazi e le architetture, le strade e le reti di trasporto pubblico. Molta parte di questi studi, spesso di grande interesse sotto il profilo semiologico, si è rivelata di utilità modesta sul terreno della semantica degli spazi urbani e architettonici (reali o immaginari) fotografati dal cinema, pur nella consapevolezza che essi costituiscono non di rado una delle componenti più incisive del racconto cinematografico – talvolta prevalente sulla stessa parte drammaturgica – e, al tempo stesso, testimoniano di una poetica e di un pensiero creativo meritevoli di adeguata conoscenza. Come è stato giustamente osservato, le «grandi metropoli della modernità costituiscono lo sfondo logico delle avventure del cinema, l’oggettivazione materiale delle sue istanze fondanti. […] Per il cinema l’orizzonte urbano è un insieme di intensità, un quadro mobile di forze visive, di figure dinamiche, di entità comunicative. È una partitura di potenzialità visive ed emozionali, un sistema di attrazioni, un patrimonio da utilizzare e da rielaborare […]».
Il presente fascicolo di «Storia dell’Urbanistica», curato da Gemma Belli e Andrea Maglio, testimonia dell’interesse della rivista ad affrontare – mantenendo immutata la propria identità critica e disciplinare, strutturatasi in trentotto anni di pubblicazioni e nella successione di tre serie distinte – alcune tra le meno studiate diramazioni della storia urbanistica, aprendosi all’approfondimento dei legami che intercorrono tra la città e la sua rappresentazione cinematografica. Una scelta che ha permesso di ospitare, accanto ai contributi di alcuni dei suoi più autorevoli e ricorrenti collaboratori, il frutto delle ricerche compiute in questo campo da storici dell’urbanistica e dell’architettura, da studiosi di scienza della comunicazione, da architetti; accomunati, nella differente articolazione degli orientamenti disciplinari di appartenenza, dall’interesse ad approfondire i riflessi della cinematografia – a partire dai suoi albori fino alle sue espressioni più recenti – sui rispettivi settori di ricerca storiografica o di pratica professionale.